XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,16-33)
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”
Iniziamo la nostra riflessione dopo aver letto la pagina di Matteo, ponendoci la domanda: qual è il compito, la missione che Dio ha affidato a ciascuno di noi e alla Chiesa intera? Quale è il suo progetto su di noi? La pagina che abbiamo davanti agli occhi si indirizza a tutti coloro che hanno coscienza di dover assolvere un compito nella storia, un compito non creato dalle nostre abilità intellettuali, professionali, relazionali, ma affidandoci da Dio e che ha in Gesù Cristo il modello, e negli Apostoli i primi esecutori. Teniamo conto che non è il nostro personale progetto, ma ci è stato affidato da Cristo Signore all’inizio della nostra vita e che si esprime nel tempo in conformità al ruolo e alla responsabilità di ciascuno di noi nella storia. Un progetto che non è diverso da quello stesso di Cristo. Quindi ciò che Gesù ha vissuto sarà vissuto anche dai suoi discepoli di tutti i tempi, cominciando dagli Apostoli. La fede cristiana non è un allucinogeno; non ci libera da “guai”, non ci immunizza dalle cattiverie, dagli ostacoli, dalle paure. Non ci pone in una condizione di privilegio, anzi ci dà occasione per provare l’autenticità del nostro vivere da discepoli del Crocefisso risorto. Dovremmo aver paura se tutti dicessero bene di noi! Dice infatti il Signore: “Guai quando tutti diranno bene di voi” (Lc 6,20,26). La benevolenza del mondo circostante nei confronti di coloro che sono cristiani non sempre è espressione di sentimento positivo. Il Vangelo, scritto dagli Evangelisti e incarnato dal vissuto dei discepoli, fa paura perché svela i pensieri e i sentimenti del cuore umano, e tante volte questo determina ostilità, disagi, violenze. Non è stata questa e non è ancora la vicenda dei martiri nella chiesa? Gesù dice: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia… Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra ” (Gv 15,18-20.). È semplice esprimere in chiesa il nostro credo; questo però deve essere vissuto nel quotidiano: famiglia, società, ambienti vari nei quali esprimiamo la nostra identità. Capita a volte di essere “perseguitati” da coloro che sono stati battezzati e che probabilmente frequentano le messe domenicali o almeno la Pasqua. Il discepolo del Signore a volte non è compreso neanche dai suoi stessi familiari, cioè da coloro che condividono la stessa mensa eucaristica, che proclamano lo stesso credo, e forse si nutrono dello stesso Pane. Il Signore ci invita a non aver paura. Il discepolo “deve proseguire il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”, scriveva Sant’Agostino nella Città di Dio. Sul discepolo del Signore veglia sempre la tenera, amorosa presenza di Dio, che è attento paternamente, addirittura anche alle piccole e fragili realtà, quali possono essere i passeri e i capelli del capo. Questa consolante presenza diventa sprone a testimoniare Cristo davanti a tutti! Questa sincera, forte, appassionata, audace testimonianza ci libererà dal giudizio sferzante del Signore, per come leggiamo nello stesso Vangelo secondo Matteo: “Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, operatori di iniquità” (Mt 7, 23). Non temete, dice il Signore dopo aver inviato gli apostoli come pecore in mezzo a lupi. Tante volte il bene non solo è insignificante, ma risulta perdente e sconfitto. Ma il Signore è venuto per dirci di aver fiducia in lui che ci libera dalla paura e dalla morte. Non avere paura, ma vinci la paura con la fiducia nel Signore che è fedele, sempre vicino, accanto a noi, anche quando sembra assente. Per chi ha fede in Lui la paura deve essere vinta. Se viviamo del Vangelo non illudiamoci che tutti parlino bene di noi, anzi, dice il Signore: “Guai quando tutti parleranno bene di voi…” (Lc 6,26). Nel testimoniare Gesù con le parole e con l’esempio della vita i discepoli del Crocefisso andranno sempre incontro a diffidenza, chiusure, ostilità, rifiuto. In questa situazione la tentazione è il silenzio, il non avere l’ardire di annunciare la speranza che è in noi; e questo non è forse tradire la nostra identità di discepoli del Crocefisso Risorto? Forse non ti è ancora capitato, ma probabilmente capiterà! Quale sarà il tuo atteggiamento? Ricordiamo che far silenzio in certe circostanze, per paura, vuol dire tradire la speranza. Ti sarà capitato a volte di sentirti tradito proprio dai tuoi? Il Signore ci dice: “Non temete”. La nostra esperienza cristiana non è acqua tiepida o cibo insipido. E’ forza, gusto, bellezza, ma anche rischio. Bisogna avere coraggio! Non sembra strano sentirsi dire: “Coraggio” quando tutto va secondo quel modo di vivere l’appartenenza Cristo che è l’insipienza, quel non essere né caldi, in effetti? Il cristianesimo è acqua di torrente in piena, è acqua limpida, trasparente, non contagiata, non inquinata, come è il mondo! Non temete, dice il Signore; non abbiate paura se incontrare ostacoli, diffidenze, chiusure, ostilità perché il bene vince il male, la luce vince le tenebre! Ciò che è importante sia come singoli cristiani, che come comunità cristiana, è il non cedere alla tentazione di farci un vangelo secondo noi, molto comodo, che ci porta alla tomba della pigrizia nell’annuncio, dell’idolatria che seduce. Fede in Dio Padre e solidarietà di destino con Cristo crocifisso sono le linee fondamentali della nostra originalità nella storia. Principio e fine della nostra vita non è il nulla, ma il Padre che ci ama e allora non possiamo perdere mai la fiducia e la speranza. Siamo nelle mani di Dio! “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (Rm 8,31). Non siamo passeri, ma figli amati! Ripetiamo il ritornello del Salmo responsoriale: “Nel tuo grande amore rispondimi, o Dio”.
Don Pierino